A Bormio l’autunno inizia a Valdidentro con “Al dì de la bronza”
Sabato 23 settembre 2023 si rivive, in occasione dell’equinozio, l’antica tradizione montana della transumanza. “Al dì de la bronza” è l’occasione per fare un viaggio alla scoperta delle antiche usanze montane che i bormini rinnovano ogni anno nelle occasioni di festa. Un patrimonio ricco di cultura, di testimonianze storiche, di folklore e di enogastronomia, che Bormio custodisce nel Museo Civico di palazzo De Simoni e condivide mantenendo vivi antichi mestieri e tradizioni secolari.
Bormio fin dai tempi degli antichi romani è stato un punto nevralgico dei traffici economici e militari tra il nord e il sud dell’Europa. L’autunno è il periodo perfetto per andare alla scoperta di queste affascinanti testimonianze, nella loro accezione montana più autentica.
“Al dì de la bronza”: l’antica festa della transumanza
Sabato 23 settembre 2023 torna a Valdidentro la festa che celebra la pratica della transumanza, antica usanza che nel 2019 è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’umanità. “Al dì de la bronza” è una giornata interamente dedicata alle tradizioni montane bormine in cui protagonista indiscussa è la mucca. In estate greggi e mandrie sono condotte in alta montagna per lasciarle pascolare nei prati di erba fresca. Questa migrazione stagionale si ripete in autunno riportando a valle gli animali, in modo da tenerli al riparo nelle stalle durante l’inverno.
La festa si svolge a Valdidentro: in mattinata, a partire dalle 10.00, le strade del paese sono attraversate dalla sfilata di mucche, capre e pecore, addobbate con ghirlande colorate e campanacci, mentre i loro allevatori le accompagneranno in abiti tradizionali. Al termine, della simpatica processione, intorno alle 12.30 e dopo la benedizione degli animali, viene proclamata la “Regina della Bronza”, la mucca vincitrice dell’edizione annuale. La giornata è anche occasione per mostrare ai bambini il mestiere dell’allevatore, con rievocazioni degli antichi mestieri ed attività educative, previste tra le 11.00 e le 12.30, che includono giochi e vere prove di mungitura a mano. Il pomeriggio sarà accompagnato dal suono delle fisarmoniche e delle motoseghe degli intagliatori ed avranno luogo la gimkana del contadino e la gara del toro meccanico. In serata, infine, in pieno stile festoso e rituale, si cena tutti insieme e ci si diverte con balli tradizionali.
A questo link è possibile effettuare le prenotazioni: www.bormio.eu/
I prodotti tipici dell’antica tradizione casearia di Bormio
Dopo aver condiviso con i bormini la festa “Al dì de la bronza”, il gusto dei prodotti caseari tradizionali ha un sapore più autentico. Nella degustazione dei formaggi tipici non possono mancare il Bitto, il Casera DOP, lo Scimudin.
Il Bitto è il re dei formaggi tipici, il più rinomato, perfetto per accompagnare la Bresaola della Valtellina IGP. La sua produzione avviene, tra il 1° giugno e il 30 settembre, negli alpeggi oltre i 2000 metri di altitudine. La stagionatura minima del Bitto è di 70 giorni. La sua variante più conosciuta è il Bitto Storico Ribelle, presidio Slow Food, invecchiato per oltre 10 anni.
Di origine Medievale, il Casera DOP nasce dall’antica lavorazione del latte nei caseifici locali, da cui deriva il suo nome: a quell’epoca, infatti, caseificio veniva detto “Casere”. Formaggio dal sapore dolce e delicato a pasta semicotta, viene prodotto solamente con latte vaccino e la sua stagionatura parte dai 70 giorni. È spesso utilizzato in cucina abbinato al grano saraceno.
Lo Scimudin è il formaggio più tradizionale, è uno dei formaggi più antichi della Valtellina. È originario della vallata di Bormio ed è documentato già nel 1616, ma sicuramente la sua diffusione è precedente a tale epoca, poiché, come testimonia il suo nome “scimud” nel dialetto locale significa formaggio. È perfetto nell’accostamento con il tipico miele millefiori della Valtellina. Originariamente prodotto con latte caprino ha, nel corso del tempo, introdotto l’impiego di latte vaccino. È un formaggio a pasta molle, a breve maturazione (inferiore al mese), è ottimo gustato da solo o accompagnandolo alla frutta fresca.
Il Museo Civico, custode degli antichi mestieri montani
Per saperne di più su antichi mestieri, tradizioni montane, storia e vita quotidiana dei bormini, da non perdere è la visita al Museo Civico.
Il Palazzo de Simoni è la sede del Museo Civico. Il fabbricato – risalente al XVII sec. – sorge sui resti di un castello medioevale, di cui è ancora ben visibile la torre. La struttura presenta i tratti tipici degli edifici patrizi bormini, l’interno è caratterizzato da tipiche stue, le stanze in legno. Il Museo Civico di Bormio è suddiviso in due sezioni, quella storico-artistica e quella etnografica. 27 stanze, alcune delle quali decorate con stucchi ed affreschi di gusto barocco, ospitano una raccolta di oltre 4.000 oggetti che testimoniano la cultura, l’artigianato, il lavoro, il folklore e la vita religiosa nel bormiese.
Esposti mediante ricostruzione ambientale si ritrovano la bottega del falegname e quella del ciabattino, mentre di recente allestimento è la sezione dedicata alla scuola. È conservata anche un’interessante raccolta di filatoi, fusi e un grande telaio. In un ampio locale sono custoditi gli attrezzi per i lavori nei campi e, in una piccola cantina, quelliusati per la lavorazione del latte. Tra carrozze, calessi e grosse slitte da neve, si può ammirare anche la grande diligenza che, sino al 1915, prestava servizio attraverso il Passo dello Stelvio. Interessante è anche la collezione degli sci usati per le diverse discipline.
Un’ampia sala è dedicata a cimeli e reperti bellici delle guerre di indipendenza e, soprattutto, della Prima guerra mondiale.